lunedì 30 marzo 2015

Birdman la mia ignobile recensione.



Normalmente NON recensisco film simili. Per due semplici motivi.
N°1: Non sono un esperto di cinema.
N°2: No, davvero, non sono un esperto di cinema.

Ma, visto che avevo giurato che avrei recensito un film scelto dai miei ammici... ecco la recensione.

Birdman... ovvero: tanto fumo, tanto arrosto, discreto vino, ma un coperto da 10 euro.

Birdman non è un film privo di pretese. E' un film d'autore (si può ancora dire nel 2015?) racchiude virtuosismi tecnici, virtuosismi psicologici, virtuosismi attoriali e paraculate che neanche NONZO il turco del film Mediterraneo le avrebbe pensate.

Birdman mi è piaciuto, non mi ha annoiato, è un film che vacilla barcollando tra l'iperrealismo, anzi, il meta-realismo e il grottesco. Metarealismo (neologismo da quattro soldi) per via degli attori scelti, un ex birdman interpretato da un ex batman ad esempio. Il grottesco nel film si trova ovunque. La scena inizia con Keaton che medita in una squallida stanza in mutande levitando a 30 centimetri dal pavimento ne è il perfetto esempio.

Grottesco.

Il film racconta di un attore hollywoodiano, noto al pubblico esclusivamente per la sua interpretazione del supereroe piumato Birdman, che decide di scrollarsi di dosso la fama di attore da blockbuster mettendo in scena una commedia a Broadway. Una noiosa e difficilissima commedia sentimentale.
Idea che ha tutti i presupposti per essere un fallimento.
Il cast è composta da personaggi emotivamente disturbati. Keaton sopra tutti, ha più problemi lui di un sussidiario estivo. Norton è egocentrico e pure impotente, poi ci sono attrici insicure, figlie emotivamente deficienti, amanti passive aggressive. Insomma un manicomio, o per dirla come farebbe il film, la parodia grottesca di un film girato in manicomio.
Una cosa che non ho apprezzato molto è stata l'eccessiva caricatura data ad ogni singolo personaggio. Scelta meditata ne sono certo, come è meditata ogni scelta nel film. Ciò non toglie che ogni tanto uno vorrebbe evitare di vedere il solito tassista che rincorre qualcuno gridando "mi deve dei soldi quel figlio di puttana". E parliamo di uno che compare nel film per 5 secondi. Gli altri sono molto più accentuati.

Non ho la capacità per apprezzare a pieno la tecnica con cui è girato il film. Questo famoso piano sequenza infinito.


Spesso nel film mi sono trovato a chiedermi... ma perché non fanno un bello stacco invece di perdere tempo e incasinare tutto con queste pippe mentali?
Io non odio per niente la sperimentazione nel cinema, anzi, è fondamentale per sviluppare diversi linguaggi, per allargare il più possibile lo spettro narrativo della settima arte. Però mi piace quando è utile ai fini narrativi. O almeno non complica le cose!
In Birdman questa scelta stilistica mi ha abbastanza infastidito. Sembrava quasi che il regista fosse OBBLIGATO da qualche incomprensibile voto a bere il film in un'unica sorsata. Certo un film sul teatro girato in piano sequenza, quindi senza poter ripetere le singole scene, rimanda al teatro stesso. Però l'ho trovato un pochino forzato. Bel tentativo, gestito con maestria, ma non alla perfezione. Se dovessi consigliare un film "particolare" tornerei al buon vecchio Dogville e lascerei perdere Birdman.

La base del film è la recitazione ovviamente e l'ho trovata buona.

La regia è buona.

Il soggetto buono.

La colonna sonora ottima.

La sceneggiatura buona.

Insomma è buono, sarà per questo che il regista se l'è voluto bere tutto in un sorso.

Solo che io le cose buone preferisco gustarmele almeno un pochino.

Comunque, se non vi spaventa vedere un film particolare, guardate Birdman, non come il film rivelazione, il film evento, il film dei premi e dei riconoscimenti. Guardate questo film come se fosse solo un maledettissimo film e sicuramente lo troverete buono.

Voto 6,5 CONSIGLIATO (a meno che non amiate i cinepanettoni).

See you space cowboy.