giovedì 13 marzo 2014

Snowpiercer... la recensione!!!1!... Mannaggia li pescetti!!1!

Ok, va bene, a volte me le vado a cercare... ma questa volta no... questa volta la colpa è del mio socio Mike!

Mi spiego meglio, per caso finiamo a cenare dentro un cinema e visto che siamo li... vuoi non vedere un film?

Scatta la proposta "andiamo a vedere Snowpiercer" perché, mi ricorda lui "è di fantascienza e lo paragonano a Matrix".


Ok magari, penso io, il paragone con Matrix potrebbe essere esagerato, ma non può essere un bruttissimo film... mi sbagliavo.

Da qui in avanti io spoilererò il film.

Il film è questo

La terra viene investita da una nuova glaciazione e tutte le forme di vita vengono spazzate via, tutte tranne...

... spetta un attimo che devo prendere un antiemetico prima di dirlo...

Rullo di tamburi....

... tranne i passeggeri che viaggiavano su un treno!


Ok una piccola postilla prima di esplodere... il film è una grande critica sociale, un'allegoria della condizione umana moderna.

Eheh... ok... partiamo.

Mannaggia li pescetti!... mica si può campare sull'illusione che se è allegorico ci si può mettere qualsiasi fregnaccia... il film è d'azione, con allegoria, ma d'azione. C'è un combattimento ogni due minuti!

Solo che se parti con un'idea così strampalata che a confronto "Dal tramonto all'alba" pare "Don Camillo", il film parte in salita, ma roba da chiodi da roccia, roba che servirebbe una cordata di tutti gli spettatori in sala per tenerlo in piedi... ma solo se fossero tutti Reinhold Messner.

No bè ma parte agilissimo sto film... son qui bello comodo!

Così il film inizia e si scopre che il treno era stato progettato per essere autosufficiente, produce acqua prelevandola dalla neve e dal ghiaccio preso fuori (però era stato costruito PRIMA della glaciazione), produce pesci in un acquario, ma solo due giorni all'anno, ha scorte di cibo congelato e, non si sa bene come, produce INFINITI metri cubi di insetti.

Uff, non funziona una mazza in sto film.

La gente delle prime classi ha stabilito la legge marziale sul treno e gli abitanti degli ultimi vagoni vengono mantenuti in vita con barrette energetiche fabbricate appunto con gli insetti.


Il film racconta di una insurrezione dei poveracci che tenteranno di raggiungere la testa del treno, la locomotiva. Locomotiva guidata, ovviamente, dal suo costruttore... praticamente Capitan Harlock pelato.

Il film ha idee interessanti, ma gestite casualmente, troppe sono le domande senza risposta che ti baluginano nella mente.

La ribellione dei poveri contro i ricchi parte bene, i poveracci scoprono che i soldati hanno i fucili scarichi e li ammazzano tutti a bastonate.

I ribelli liberano un esperto di sicurezza e sua figlia imprigionati dentro dei loculi per cadaveri (dove non si dovrebbe poter respirare visto che sono a tenuta stagna), così iniziano la marcia verso la testa del treno con il tecnico che gli apre le porte facendosi pagare in droga, che consuma con la figlia minorenne che ha i poteri psichici che non servono a un cazzo.

Sceneggiatore1: Ci mettiamoci una tipa con i poteri?
Sceneggiatore2: uhm ok, tossicodipendente magari!
Sceneggiatore3: (sfilandosi l'ago dal braccio) sono d'accordo, però minorenne!
Applausi e scene di commozione tra gli sceneggiatori.

Poi arrivano in un vagone ed è PIENO di uomini armati, un piccolo esercito..

Livello di difficoltà 1... nemici con armi bianche.

... e via di combattimento, poi il treno entra in una galleria e i soldati indossano i visori notturni e passano in vantaggio, allora parte un tizio con una fiaccola dal fondo del treno, che magicamente sa già cosa deve fare e porta il fuoco nel vagone in cui combattono... così i ribelli vincono anche questa battaglia.

Catturano anche una boss della prima classe che dice al capo dei ribelli "Se mi lasci vivere ti accompagno nei prossimi vagoni"... e lui accetta, così lascia fermo il suo esercito e partono in 4.

Ma certo, scemo io che non ci arrivo... hai un esercito che ha vinto ogni battaglia e hai catturato un generale nemico... la mossa successiva deve essere OVVIAMENTE abbandonare i tuoi uomini e andare in mezzo alle linee nemiche da solo accompagnato da un loro generale...

Poi arrivano a un acquario e alla fine c'è un tizio di colore che gli prepara il sushi... allora si siedono lì e mangiano il sushi.

Se esce anche Benedetta Parodi bruciate il mio cadavere!

Il mio socio Mike è scoppiato a ridere... credo fosse una risata isterica.

Attraversano altri vagoni e si scopre che ci sono ancora i proiettili, un mucchio di proiettili sul treno, infatti l'esercito lasciato indietro viene massacrato da un tizio pelato, vestito bene, un assassino infallibile.

Nessun rimorso, nessuna pietà... ammaccabanane!

E via che perdono l'esercito.

Poi arriva un tizio cattivo, tipo boss di fine livello, che ammazza un po' dei "buoni" rimasti, ma lo sconfiggono.

Alla fine arrivano alla stramaledettissima locomotiva e scoprono che le ribellioni erano fomentate dal pilota per controllare la popolazione... che è una roba che si capisce subito dopo tipo 3 minuti di film.

Allora succede un po' di casino, scoppia una bomba e alla fine...

... alla fine rimangono solo la figlia drogata con i poteri inutili e un ragazzino di colore... tutti gli altri muoiono... così escono dal treno e scoprono che non fa poi così freddo, che la glaciazione sta finendo... ma arriva un orso bianco e li mangia... fine.

Abbiamo un'immagine della sceneggiatura,
questo è il momento in cui mettono il punto sulla parola fine.
See you space cowboy...

martedì 4 marzo 2014

La grande bellezza... la mia recensione.


Questo è uno di quei film consumati come un vecchio pugile cieco da un occhio. I suoi muscoli non reagiscono come a vent'anni, ma sa picchiare duro, picchiare dove fa male, senza prendere ammonizioni, solo qualche richiamo dall'arbitro, ma subito si scusa, un colpo maldestro dice, un colpo sfuggito al controllo dice e ripreso l'incontro ricomincia a picchiare sotto la cintura.

Questo film mi suona così. Un film di colpi talmente bassi che andrebbe squalificato, se si vedessero.

Un film che non vende banalità, le mette in mostra, le agghinda, le concia a festa e per le feste, le schiaffa su un muro con tanto di riflettore puntato sopra.


Merda d'artista, Manzonianamente parlando.

Certo ricorda Fellini, con quel modo provocatorio di mostrare la vita vera, che comunque vera troppo non DEVE sembrare. Parodiando se stessa la vita presentata nel film diventa un'immagine reale, quasi riconoscibile. Pensandoci meglio ci si accorge che non dovrebbe esserlo. Nessuno vive quella vita perché quella vita non esiste.

Bando alle ciance pseudofilosofiche e alle mie pippe mentali.

Il film mi ha colpito.

Mi è piaciuto?... Sì, non posso affermare il contrario.

E' bello?... Boh?!?!??!

A volte talmente surreale da infastidirmi, infastidirmi molto.

A volte così reale da infastidirmi, infastidirmi molto.

A volte poetico.

A volte esagerato.

Alieno.

Facile.

E molte molte altre cose... molte non belle... ma alla fine un film che smuove così tanto non può essere un film che passa inosservato.

Citando il protagonista: sparuti e incostanti sprazzi di bellezza.


Alla fine, pur essendo impossibile immedesimarsi in lui, che vive una vita romanzata, non possiamo che partecipare alla sua grottesca baraonda. Senza quell'empatia comune in film meno "Felliniani", ma comprendendone la  barcollante coerenza.

Quindi che dire... il film è da vedere. Mentre scrivo questa recensione mezza Italia lo starà guardando. Quindi questo consiglio risulterà inutile.

Per chiunque non lo avesse visto, ebbene, fate lo sforzo di sfondare la porta dei primi 10 minuti di film. Che sono il vero grande e presuntuosissimo filtro del film. Come Eco nel suo "Il nome della rosa" anche Sorrentino ha voluto filtrare gli spettatori irritandoli subito nei primi minuti.

La cosa mi lascia un po' basito, più che altro perché un libro puoi anche chiuderlo e non leggerlo più, ma se sei al cinema mica puoi spegnere. Vabbè paturnie mie.

Alla fine io l'oscar glielo avrei dato?... Boh!... prima mi vado a guardare gli altri candidati e poi ne riparliamo.

See you space cowboy.